Visitando il Giappone ci sono molte cose che catturano l'attenzione, una di queste è senza dubbio la tradizione culinaria nipponica che per certi aspetti è davvero molto diversa dalla nostra a partire dagli utensili adoperati.
Le nostre posate di metallo sono presto sostituite dalle ormai celebri bacchette in legno, il motivo è semplice e inaspettato, il metallo e la loro forma per inforcare e tagliare il cibo rappresentano nell'immaginario orientale la violenza, pensate che esite un tempio Hie a Tokyo dove si festeggia una sorta di cerimonia in memoria dei bastoncini da pasto, un omaggio ad oggetti che hanno reso un lungo servizio: vengono bruciati con un tenero accompagnamento di canti.
Anche visitando i luoghi di culto si possono conoscere aspetti legati al cibo, per esempio nei monasteri zen alimenti come aglio, cipolla, porro e scalogno non sono ammessi per i monaci: il loro sapore forte potrebbe risvegliare alcuni desideri terreni che distoglierebbero i monaci dal proseguio del loro cammino spirituale!
Una caratteristica tipica e famosa della cucina giapponese è data dalla presenza del gusto “Umami” che in lingua giapponese si tratta di una parola traducibile con “gustosa bontà”, caratteristica immancabile per ogni pietanza che si rispetti.
Dimenticatevi il silenzio a tavola in base alla nostra etichetta, mangiare con rumorosità e sorseggiare con veemenza è considerato segno di apprezzamento per la qualità del cibo servito, quindi considerato un grosso complimento alla cucina nipponica, per cui è sconsigliato farne a meno!
Vi ricordate cosa si è soliti trovare sulle confezioni degli stuzzicadenti? ! Il vecchio gesto di masticare uno stuzzicadenti deriva infatti dall’usanza antica dei samurai di mostrare (anche se a digiuno) di aver appena terminato un lauto pasto.
Tante consuetudini e anche nuovi prodotti come il Seitan, ideati per lo più dalla cultura Zen, che caratterizzano una cucina apprezzata e curata in ogni suo singolo aspetto culturale e alimentare nel mondo!