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Botero a Palazzo Pallavicini

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Botero a Palazzo Pallavicini

L'artista riconoscibile per le sue figure grasse" è in questi giorni in mostra a Bologna presso il bellissimo Palazzo Pallavicini. Ho potuto ammirare la mostra di questo grande artista colombiano durante l'inizio dell'autunno culturale bolognese, il gruppo Pallavicini ospita un pittore che ha fatto la storia e che risulta tra i maggiori artisti più facilmente riconoscibili, grazie al suo tratto e alle rotondità abbondanti tipiche delle sue figure.

Avvicinarsi all'arte Boteriana vuol significare avvicinarsi alla vita: il fil rouge che lega ogni quadro è di sicuro l'abbondanza che simboleggia la pienezza della vita.

"Non dipingo donne grasse", avrebbe più volte detto l'artista.. "piuttosto volumi vitali e bellezza".

Un'incredibile gioia di vivere manifestata attraverso il volume e la grandezza dei corpi umani o delle cose, è così anche per il cesto della frutta ricco e gioioso nei suoi toni pastello ad indicare la bellezza della vita e la sua importanza. Il bello è luminoso e porta luce, è grande quindi la vita ha valore e volume a sottolinearlo.

Lui che preferisce donne a limite della magrezza, dipinge la vita piena e ricca di amore per la vita stessa nelle sue più semplici manifestazioni.

Contatti umani, convivio, sorellanza, attività circensi e ricreative, buon cibo e donne legate alla sfera istintuale e gioiosa dell'esistenza umana. Belle donne. Tonde si, ma piuttosto voluminose com' è la vita stessa per l'artista.

Una grande capacità introspettiva la sua e per nulla superficiale o scontato a dispetto delle mode e delle apparenze del momento.

La vita è un sogno e va celebrato e vissuto in tutta la sua grandezza attraverso le piccole gioie che per l'occasione si fanno grandi all'occhio di chi le vede e sa rappresentarle nel suo insieme.

Il tratto distintivo di Botero nasce all'inizio del 1956, quando l’artista appena ventiquattrenne  non applicò la sua "dilatazione" a una figura umana, bensì a un oggetto: un mandolino.

L’artista stava dipingendo uno studio per una natura morta (poi divenuta nota come Natura morta con mandolino) e aveva però raffigurato il foro di risonanza dello strumento in proporzioni decisamente più piccole rispetto al normale, con la conseguenza che il mandolino risultava molto più tozzo e allargato rispetto a un mandolino raffigurato con il foro nelle proporzioni corrette. L’artista, attratto da questa forma dilatata oltre il naturale che gli evocava una profonda sensualità, trovò il suo stile!

Botero enfatizza costantemente il fatto che nella sua pittura l’esagerazione scatta da un’inquietudine estetica, e svolge una funzione stilistica. Botero è un pittore figurativo, ma non è un pittore realista. Le sue figure sono ancorate alla realtà, ma non la rappresentano. Tutto nei suoi dipinti è voluminoso: la banana, la lampadina, la palma, gli animali e, ovviamente, gli uomini e le donne. L' uso della trasformazione o la deformazione è come un simbolo della trasformazione della realtà in arte.

Il suo ideale estetico si basa sulla sensualità che lui vede e rappresenta nel volume. Anche la donna, per lui è nella realtà longilinea e armoniosa, ma per ciò che di importante e bello raprresenta nel suo essere sensuale e perfetto, egli la idealizza ritraendola "piena" , voluminosa per la gioia  che emana e per il suo valore sulla terra.

Lo stesso artista ha avuto modo di affermare più volte che associa le forme dei suoi soggetti al piacere, all’esaltazione della vita, perché l’abbondanza comunica positività, vitalità, energia, desiderio: tutti concetti che hanno a che fare con la sensualità, intesa tuttavia non tanto in senso erotico quanto come espressione di piacere. Si tratta di una concezione ancestrale, radicata nel sostrato culturale delle società primitive, incluse quelle dell’America Latina, per le quali bellezza e abbondanza erano concetti strettamente collegati (ancora oggi per molti sudamericani una bella donna è considerata tale in virtù delle sue forme generose).

Le sue opere possono o meno incontrare il favore dei suoi spettatori, ma di sicuro sono investite di un significato profondo, una critica alla società dei consumi, una proposta alternativa di canone di bellezza.

Botero risulta essere ad oggi un artista molto popolare che ha fatto della pienezza il suo marchio distintivo e che rappresenta la gioia di essere attraverso il suo estro creativo tipico del Sud America esasperando colori e forme.

Bologna ospiterà ancora fino al 10 gennaio 2020 l’importante esposizione dedicata all’artista colombiano FERNANDO BOTERO.

La mostra promossa dal Gruppo Pallavicini S.r.l, composto da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci e curata dalla Dott.ssa Francesca Bogliolo insieme all’Artista.

Il corpus della mostra è costituito da 50 opere uniche mai viste prima nel capoluogo emiliano, comprendenti una serie di disegni realizzati a tecnica mista e un pregiato insieme di acquerelli a colori su tela.

L’esposizione, articolata in sei sezioni, rispetta i temi cari all’artista e pone la sua attenzione all’occhio poetico che questi è capace di posare sul mondo, regalando una bellezza fatta di volumi abbondanti, colori avvolgenti e iconografie originali. Un visionario inno all’esistenza che approfondisce il disegno inteso come fondamento della forma, primario e imprescindibile strumento di bellezza.


Tra i soggetti selezionati compaiono personaggi legati alla tauromachia e al circo, silenti ed equilibrate nature morte, delicati nudi, personalità religiose, individui colti nella propria quotidianità: una rassegna visiva che tiene conto dell’intensa ricerca visiva di Botero, tesa all’affermazione del suo caratteristico linguaggio.


Tra le opere esposte si nascondono i segreti della vita, celati sotto presenze dai volumi corpulenti, persone o oggetti in attesa di un movimento casuale o volontario. 

In perfetto equilibrio tra ironia e nostalgia, atmosfere oniriche e realtà fiabesca, classicità italiana e cultura sudamericana, l’arte di Botero risulta creatrice e portatrice di uno stile figurativo e personale, capace senza indugio anche in questa occasione di coinvolgere e affascinare chi guarda.


Libertà creativa e monumentalità rappresentano il fil rouge dell’esposizione, il cui allestimento è stato progettato con l’Accademia di Belle Arti di Bologna diretta dal Prof. Enrico Fornaroli e realizzato in collaborazione con il Biennio specialistico in Scenografia e allestimenti degli spazi espositivi e museali grazie al Prof. Enrico Aceti, alla Prof.ssa Rosanna Fioravanti, al Prof. Michele Chiari e al Dott. Erasmo Masetti insieme agli studenti Alessandro Barbera, Larissa Candido Bergamaschi, Cecilia Giovine, Ester Grigoli, Sarah Menichini, Bianca Piacentini, Rossella Pisani, Elena Romagnani e Tatiana Sànchez Sandoval.

Una bella ed interessante scoperta per ogni appassionato d'arte: Botero, artista noto per il suo originale tratto ricco di sensualità e volume, che racconta la vita come pochi sanno fare attraverso un dipinto.

 

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