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Il diritto alla salute non deve andare in fumo

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Il diritto alla salute non deve andare in fumo

Cedrospeziato nasce come progetto "slow" di comunicazione integrata e la forza motrice di questo mio lavoro è la vita, intesa nella sua accezione migliore. Con uno sguardo a ciò che ci fa stare bene e a ciò che può solo migliorare la qualità della nostra esistenza.

Mi reputo una Responsible Blogger e perciò non posso che raccogliere le tante voci di dissenso verso un fenomeno molto diffuso e che non può che peggiorare lo stile e la qualità della vita di ognuno di noi.

Una nota argomentativa importante è senz'altro quella giuridica di approfondimento a tematiche importanti che possono minare il benessere collettivo.

Che il fumo non faccia bene alla salute è ormai cosa certa (le stesse multinazionali sono costrette a dichiararlo per esteso sulle copertine delle confezioni del loro prodotto), ma quello che più mi preme sottolineare in questo nostro cammino di approfondimento è, senza ombra di dubbio, il rispetto per uno dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra costituzione : il diritto alla salute.

Inutile qui rimarcare un singolo punto di vista, il mio, per anni costretta a scegliere un posto non fumatori per potermi godere una cena in compagnia lontano dallo sgradevole odore di fumo e da sempre alleata per la diffusione e informazione dei programmi per la prevenzione sottolineati dall' Airc, di cui ne sono da sempre parte attiva.

Il punto di vista è oggettivo e rimarca un tono elevato di approfondimento culturale: quello legislativo!

Partiamo da un evidente dato di fatto…

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Subito e senza necessità dell’interpositio legislatoris, ciascun individuo ha diritto alla salute, intesa non più come assenza di malattie e/o infermità fisiche/psichiche, ma come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, così come modernamente definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Trattasi quindi di diritto non solo programmatico, ma immediatamente precettivo ed efficace erga omnes.

Connesso alla tutela della salute è il miglioramento della qualità della vita, per cui si estende contro tutti gli elementi nocivi, ambientali o a causa di terzi, che possano ostacolarne il reale esercizio.

La prima norma in questo senso risale infatti al 1975. La Legge n. 584 dell’11 novembre 1975, “Divieto di fumare in determinati locali e sui mezzi di trasporto pubblico”, stabiliva il divieto di fumare in alcuni luoghi (art. 1), tra cui le corsie degli ospedali, le aule scolastiche, le sale d’attesa delle stazioni, i locali chiusi adibiti a pubblica riunione, i cinema, le sale da ballo.

La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 dicembre 1995, “Divieto di fumo in determinati locali della pubblica amministrazione o dei gestori di servizi pubblici”, ha poi esteso il divieto di fumo ai locali destinati al ricevimento del pubblico per l’erogazione di servizi pubblici e utilizzati dalla pubblica amministrazione, dalle aziende pubbliche e dai privati esercenti servizi pubblici.

Queste norme, che pure hanno contribuito alla progressiva riduzione della prevalenza dei fumatori nel nostro Paese a partire dagli anni Ottanta, avevano tuttavia una portata limitata, in quanto escludevano il fumo solo da certi locali e non avevano un impatto notevole sui comportamenti dei fumatori, interferendo poco con le loro abitudini.

La svolta I limiti di queste normative sono stati superati con la Legge 3 del 16 gennaio 2003 (art. 51), “Tutela della salute dei non fumatori”, che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi (compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, palestre, centri sportivi), con le sole eccezioni dei locali riservati ai fumatori e degli ambiti strettamente privati (abitazioni civili). (Circa le abitazioni civili, una curiosità personale, mi sono sempre chiesta come possono i fumatori fumare anche in casa....impregnando di fumo anche tende e pareti....scusate, ma per una come me è difficile pensarlo...in casa adoro profumare tutto!!!)

La legge non prevede un obbligo, ma concede la possibilità di creare locali per fumatori, le cui caratteristiche strutturali e i parametri di ventilazione sono stati definiti con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre 2003, che prevede anche le misure di vigilanza e sanzionamento delle infrazioni.

Un ulteriore passo avanti è stato fatto con la pubblicazione in gazzetta del Decreto Lgs. n. 6 del 12 gennaio 2016, che recepisce la direttiva 2014/40/UE sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione, presentazione e vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati, che abroga la direttiva 2001/37/CE.

In materia di "fumo" le cose da dire e da approfondire sono tantissime e oggi di carne "al fuoco" c'è nè davvero tanta....

Quindi da queste prime chicche in materia giuridica potrete ben comprendere il mio dissenso nell'entrare in luoghi chiusi (totalmente - vedi ascensore) ed essere avvolta da nuvolette odorose di cenere.

L'approfondimento prende piede su quella che è una dipendenza a volte davvero grave che lascia segni evidenti nell'ambiente e sulla salute di tutti, ma anche psicologicamente può rendere l'individuo più debole e meno reattivo, giocando un ruolo marcio in quello che dovrebbe essere de plano un senso civico di appartenenza ad una società civile e moderna.

Cedrospeziato cercherà di tenere alta l'attenzione verso quella che sembra essere una vera e propria patologia da sigaretta, attraverso eventuali e  nuovi elementi giuridici di ultima stesura ed approvazione e insieme prenderemo meglio coscienza di un fenomeno sociale ed economico che non vuole cessare a morire, ma che ahimè continua a mietere giovani vittime.

No non sono troppo dura, la descrizione dei suoi effetti devasta il  modo più sano di intendere la vita e quindi oltre all'educazione al rispetto necessario per il vivere comune, non posso fare a meno di prendere in analisi in questo mio approfondimento informativo anche ogni aspetto legato strettamente alla salute anche dei fumatori....

Perchè di fumo, ahimè, non si vive!

Buona lettura...

| Categoria: Sul piatto della bilancia | Tags: sigarette, fumo, salute, diritto | Visite: (1096) | Indietro

 

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