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Ada Merini e Michele Perri, un amore tra poeti - Intervista a Tony di Corcia

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Ada Merini e Michele Perri, un amore tra poeti - Intervista a Tony di Corcia

Parliamo di amore...L'amore è un sentimento universale e su questo siamo sempre tutti daccordo. Si può amare un amico, una mamma, un fratello e non ultimo un amante. I primi a classificare l'amore furono i greci, che suddivisero tale enorme sentimento benevolo in una specie di macro categorie, facendoci capire che l'eros e l'amore sono solo fratelli in questo mondo di pensieri e parole. Troppe parole per definire un unico sentimento forte qual è l'amore.

L'amore visto come pura complicità, emozione e affetto, ma anche catalogato come gratidudine e riconoscenza, per altri ancora come compassione e dedizione. L'amore abbraccia l'universo e anche i nostri piccoli amici a quatro zampe non sono esenti dall'essere oggetto di questo amore. Oggi scrivere e parlare di amore è sempre più complicato: seppur si tratti di un sentimento riconoscibile in qualsiasi gesto o poesia diventa assai ardua una sua categorizzazione.

Con coraggio si può pensare di interpretare una storia e di farla rivivere nell'animo del lettore regalando un'emozione che, appunto, sa di Amore.

S: Ma l'amore tra due poeti fa sognare, sperare e non ultimo vivere..Quale amore caratterizza la storia tra la grande Merini e il suo poeta?

T: Un sentimento capace di fondere una impressionante comunione intellettuale e spirituale e la solidarietà. Quando ha ritrovato telefonicamente Michele Pierri, la Merini attraversava il momento più buio della sua esistenza. Grazie a lui è tornata a scrivere, a pubblicare e, dunque, a vivere. Se ciò è accaduto, è anche grazie all’immensa generosità di cui era capace Pierri: un uomo dalla spiritualità accentuatissima, capace di accogliere tutti gli esseri viventi senza fare distinzioni, senza giudicare. Lui non ha visto la donna malvestita, con anni di internamento manicomiale alle spalle e ferite ancora aperte. Ha visto una poetessa eccellente, ha visto una donna bisognosa di cure e affetto, e glieli ha assicurati dal primo istante. Ritratto di Tony di Corcia a cura di Tommaso Abbatescianni

S: Come nasce l'idea di scrivere sull'amore di due poeti?

T: Ero abbastanza stufo di occuparmi di moda. Le biografie sugli stilisti di cui mi sono occupato (Versace, Valentino, Burberry) mi hanno dato belle soddisfazioni, ma mi sentivo confinato in una nicchia dorata e finta. Cercavo un tema nuovo, ma appassionante. Un giorno, del tutto casualmente, mi sono imbattuto nell’intervista che Alda Merini mi ha rilasciato agli inizi degli anni Duemila, in cui mi parlava dei suoi anni a Taranto e del suo legame con Pierri. Ho pensato che non avrei potuto trovare un argomento più coinvolgente di questo, perché mi avrebbe permesso di scrivere d’amore, di poesia, di amore per la poesia, e di due persone straordinarie.

S: Quali sono gli ostacoli del cuore per questi due grandi protagonisti?

T: Se ostacoli hanno incontrato, non venivano certo dai loro cuori. I poeti hanno cuori puri, coraggiosi, luminosi. Forse, la società che li circondava non era pronta per un amore così asimmetrico: 32 anni di differenza, lei settentrionale e dal passato difficile, lui meridionale e riservatissimo. Qualcuno può aver pensato che questa donna con la sigaretta eternamente accesa e i bottoni infilati nell’asola sbagliata volesse abbindolarlo, approfittarsi di lui per assicurarsi un’esistenza più dignitosa. Le cose, ovviamente, non stavano così. E’ stato un legame nobilissimo e speciale. Ma sicuramente il giudizio che li circondava deve aver procurato qualche sofferenza in tutti e due. Mi sembra che gli anni siano trascorsi invano: ancora oggi abbiamo la presunzione di giudicare gli amori altrui, di decidere a chi e come andrebbero indirizzati i sentimenti. Una forma di presunzione intollerabile, tipica di chi non conosce la forza dell’amore e vorrebbe gestirlo come se si trattasse di un comportamento qualsiasi.

S: Può un amore non essere del tutto totale pur definendosi amore?

T: Se esistesse un solo tipo di amore e un solo modo di amare potremmo misurarlo e stabilire a quale quantità massima questa totalità corrisponda. Ma dal momento che, fortunatamente, esistono innumerevoli forme di amore, hanno dignità e diritto di esistere anche sentimenti meno folgoranti, certi, incompleti. Con l’amore non servono né centimetri né bilance.

S: Le aspettative che noi riponiamo nell'amore superano sempre la realtà rivelandosi ideali o c’è del vero in una storia semplice e appassionata?

T: Tutti tendiamo a trasfigurare l’oggetto del nostro amore. Lo dimostra anche la fiaba del rospo che diventa principe. Secondo me, dopo il bacio, è rimasto un rospo: è stata la fantasia della donna che lo ha baciato a trasformarlo in principe. Certe volte, le persone che amiamo nemmeno le vediamo. Le ammantiamo di contorni fatati, fantastici, indefiniti, lontanissimi dalla loro realtà. Mi rendo conto che non so come rispondere a questa domanda. L’unica cosa che penso è che una storia appassionata non è semplice: se non ti sconvolge la vita, che amore? La passione, in genere, scombina tutte le carte.

S: Cosa colpisce dell'amore raccontato tra due poeti che hanno contribuito alla storia dell'amore per la poesia nel nostro paese?

T: I poeti sono i più arrischianti, sono quelli che superano le soglie. E lo fanno anche quando vivono l’amore. Lo fanno senza il timore di risultare ridicoli, senza tenere i giudizi altrui anzi sfidandoli. L’amore tra Alda Merini e Michele Pierri era una forma di reciproca pietà per la loro condizione di poeti, ma anche un’amicizia tra anime elette.

S: Oggi si parla di amore più che mai e di pari passo corrono su un filo i diritti delle unioni civili. Perchè i grandi amori trovano sempre ostacoli e vengono osteggiati dalla maggior parte delle persone?

T: Perché l’amore è l’ultima cosa di spaventarci. Nella sua autenticità, e nella sua straordinarietà, è l’ultimo fenomeno capace di scardinare le nostre convinzioni e trascinarci in percorsi che mai avremmo immaginato di voler intraprendere. A molti tutto questo fa paura, e cerca con i mezzi a sua disposizione di condizionare l’altrui modo di amare. Ma i loro affanni sono inutili: l’amore trova sempre il modo di affermarsi, soprattutto nelle peggiori avversità.

S: Io credo che non sia giusto, ne' sufficentemente saggio farsi giudice di amori altrui, che si possa trattare di un uomo e di una donna o di due donne o di due uomini, poco importa. Credo che il giudizio non sia diritto di nessuno e che ciò che conta oltre il sincero sentimento, protagonista indiscusso sempre nell'animo umano, sia solo il rispetto. Da scrittore e narratore di amore tra due grandi letterati, hai rafforzato un tuo concetto specifico di amore universale?

T: Il concetto di amore universale è troppo grande e prodigioso perché io possa comprenderlo e addirittura discettarne. Ma mi piace pensare che una scintilla di questa energia suprema sia presente in tutti gli amori, anche i più piccoli, riscaldandoli con la sua luce.

S: Per chi lotta per l'affermazione di un diritto legato ad un sentimento riconosciutogli come universalmente provato cosa ti senti di dire?

T: Di tenere duro e di crederci, se ne ha ancora le forze. Il momento storico che stiamo vivendo è sconfortante, si gioca con le vite e con i diritti delle persone una battaglia che invece ha a che fare con strategie, accordi, scambi che nulla hanno a che vedere con i sentimenti e la libertà di poterli vivere nella più piena dignità. Io sono piuttosto deluso, se non disgustato, ma mi auguro che soprattutto i ragazzi più giovani non si lascino scoraggiare e continuino a pretendere, a gran voce, ciò che gli spetta.

 

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